Il volume dell’OCSE “The Innovation Imperative in the Public Sector. Setting an agenda for action”, pubblicato nel 2015, fornisce indicazioni volte ad accrescere la capacità di innovazione delle istituzioni, per soddisfare le aspettative dei privati e gestire efficacemente la crescente complessità delle sfide pubbliche. In questo studio, l’OCSE ha sviluppato un quadro per studiare le possibili innovazioni nel settore pubblico. In particolare, vengono richiamati quattro livelli: le innovazioni apportate dal singolo; le organizzazioni nelle quali i singoli operano; il settore pubblico nel suo complesso e la società. Vengono, poi, individuati quattro fattori: le persone, la conoscenza, il modo di lavorare, le regole e le procedure. Si tratta di livelli e fattori tra di loro connessi, e per questo è essenziale studiare le innovazioni tenendo conto di tutti questi fattori.
L’OCSE indica quattro linee di attività. Una prima, suggerisce di lavorare sulla dimensione culturale e sulle risorse umane, per creare un ambiente che incoraggi le innovazioni; una seconda punta alla condivisione delle informazioni e dai dati, ritenuta essenziale per generare idee e per sviluppare nuove conoscenze; e, ancora, si evidenzia la necessità di ripensare il modo di lavorare, in modo da far fronte ai problemi che si presentano sempre più complessi, multidimensionali e correlati; e, infine, di particolare importanza risulta il tema della chiarezza e della semplificazione della regolamentazione interna al Governo.
Nel capitolo dedicato al tema della chiarezza e semplificazione delle regole, viene poi citato l’esempio australiano. Se, in generale, molti Paesi negli ultimi anni hanno messo all’ordine del giorno la necessaria riduzione della burocrazia e degli oneri per le imprese, il governo australiano è uno dei pochi nei quali è stata condotta una accurata modifica dei regolamenti interni. Alla base di tali modifiche vi è uno studio, alla luce del quale è stato infatti dimostrato che, quando la regolamentazione è poco chiara o apparentemente contraddittoria, la tendenza dei pubblici impiegati è quella di interpretare la disciplina in modo “conservativo”.
(Giovanna Perniciaro)