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I due saggi di Nicoletta Rangone propongono di utilizzare nell’ambito del processo di regolazione il metodo applicato nelle scienze cognitive ed in particolare quello della teoria degli errori cognitivi.
Secondo l’autrice il regolatore potrebbe applicare, nel processo di rule making, analisi tese all’individuazione delle “regole intuitive” che condizionano le scelte dei destinatari della regolazione, al fine di migliorare l’efficacia delle misure normative. Infatti, un processo regolatorio, attento alle indicazioni “irrazionali” degli end-users, consentirebbe anzitutto di limitare le conseguenze non volute a seguito dell’introduzione di una regolazione. Grazie poi alla consapevolezza delle anomalie cognitive, il regolatore potrebbe introdurre nello stesso provvedimento meccanismi correttivi volti ad indirizzare le scelte nella direzione ritenuta corretta.
Gli attuali strumenti di regolazione (comando-controllo, empowerment dei regolati e nudge strategies) si fondano sull’utilizzo delle informazioni relative agli errori cognitivi. Ma tali metodi potrebbero non solo indirizzare i comportamenti dei regolati, ma in alcuni casi potrebbero anche “manipolare” le scelte degli stessi destinatari della regolazione.
Per superare tale limite, l’autrice propone di potenziare alcuni aspetti dell’analisi d’impatto della regolazione (AIR) e del processo di regolazione complessivamente inteso. Proprio per evitare possibili distorsioni delle scelte individuali, il processo decisionale dovrebbe essere trasparente ed aperto, in altre parole dovrebbe garantire una partecipazione informata e consapevole all’attività di regolazione da parte dei regolati e rendere accessibile e comprensibile la motivazione alla base della regolazione poi adottata. In questa prospettiva, si dovrebbero migliorare due aspetti relativi all’AIR: andrebbero valorizzate anzitutto le consultazioni, finalizzate sia a rendere il processo di regolazione più trasparente ed aperto sia a reperire le informazioni sugli errori cognitivi dei regolati; inoltre, si dovrebbe svolgere anche l’analisi del rischio, nella quale i comportamenti intuitivi siano esaminati come esempi di rischi e conseguentemente calcolarne la probabilità. In ogni caso, il processo di regolazione non dovrebbe arrestarsi con l’approvazione della misura regolatoria, ma continuare attraverso il monitoraggio dell’attuazione e la valutazione successiva, per verificare la “persistente adeguatezza” della regola adottata ed individuare eventuali “reazioni inaspettate” dei destinatari.
Nicoletta Rangone, Il contributo delle scienze cognitive alla qualità delle regole, in Mercato concorrenza regole, a. XIV, n. 1, aprile 2012.
Nicoletta Rangone, Errori cognitivi e scelte di regolazione, in Analisi Giuridica dell’Economia, n. 1, 2012
(Recensione a cura di Monica Cappelletti)