di Carolina Raiola
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In collaborazione con il Ministero per l’Università e la Ricerca, il governo Monti ha ufficialmente aperto, il 22 marzo 2012, una consultazione pubblica telematica sul tema del valore legale del titolo di studio.
La decisione di garantire che i soggetti interessati intervengano nel processo decisionale si inscrive nella scia delle raccomandazioni internazionali sulla partecipazione e assolve principalmente a tre obiettivi: sondare le posizioni dei destinatari su alcune questioni cruciali legate al valore legale del titolo di studio; raccogliere informazioni sul tema; e conferire maggiore legittimità al processo decisionale, dal momento che le spinose misure da definire suscitano ampi dibattiti e sono suscettibili di produrre un notevole impatto.
La tecnica di consultazione adottata è stata raramente usata in Italia in precedenza e prevede la raccolta di commenti su principi di ordine generale e non su una bozza di proposta normativa già redatta. Non dunque un notice and comment, ma piuttosto un questionario semistrutturato sottoposto ai soggetti interessati in una fase in cui è ufficialmente ancora da definire l’orientamento della nuova disciplina. Le domande (quindici, in tutto) si riferiscono a tre rilevanti effetti giuridici collegati al titolo scolastico o accademico: l’accesso alle professioni regolamentate (quelle professioni intellettuali organizzate in ordini o collegi, ad esempio medici, farmacisti, commercialisti, architetti, avvocati, geometri), il pubblico impiego (relativamente all’accesso mediante concorsi e l’individuazione del profilo professionale) e la valutazione dei titoli di studio. Ogni quesito, oltre a due o tre possibilità di risposta chiusa, ne prevede una ulteriore a campo aperto attraverso cui è possibile raccogliere posizioni alternative rispetto a quelle già definite dal Governo. Al fine di garantire che tutti i possibili punti di vista possano essere espressi, la sezione IV del questionario è dedicata (con un campo aperto di massimo 1.000 caratteri) alle ulteriori osservazioni sul tema e un glossario e un dossier informativo del Senato sono messi a disposizione dei partecipanti per eventuali approfondimenti sul tema. Il tutto si svolge interamente sul web: una volta compilato online, il form è inviabile direttamente al MIUR senza passare da remoto.
Gli interlocutori privilegiati dell’iniziativa sono coloro che operano nei settori dell’istruzione, della formazione, delle professioni e nel mondo del lavoro pubblico e privato. Tutti i soggetti interessati possono tuttavia prendere parte alla consultazione: l’unica effettiva restrizione all’accesso è costituita dall’identificazione tramite mail e codice fiscale dei partecipanti, pratica generalmente finalizzata a ridurre l’afflusso di contributi fuori tema e conseguenti distorsioni.
Poco più di trenta sono i giorni che costituiscono il periodo di apertura della consultazione, che verrà ufficialmente chiusa il 24 aprile 2012. I contributi pervenuti entro quella data saranno, a beneficio della trasparenza, resi pubblici (in forma anonima per tutelare il diritto di riservatezza dei partecipanti) sul sito dedicato all’iniziativa e sintetizzati dal Ministero in un documento riepilogativo, oggetto anch’esso di pubblicazione. Le opinioni dei soggetti interessati verranno tenute in conto dal Governo per definire le proposte di legge sul tema, su cui, però, esso (a differenza di quanto invece accade per le procedure di negoziazione e concertazione) manterrà comunque piena responsabilità decisionale.