La Commissione europea ha redatto da poco le nuove linee guida sulle restrizioni verticali, allo scopo di aiutare le imprese a stringere accordi nel rispetto delle regole europee sulla concorrenza.
Ad accompagnarle, un’analisi di impatto limitata alle opzioni di regolazione relative soltanto a due questioni (il potere di mercato dei compratori e le vendite online) e che tralascia le ipotesi non ammissibili alla luce della giurisprudenza e non ritenute vantaggiose già dagli stakeholder. La relazione di analisi di impatto sulle linee guida in materia di restrizioni verticali è stata infatti il risultato di un iter che è cominciato con la pubblicazione di una bozza di regolazione nel luglio del 2009 e sottoposta a pubblica consultazione. La consultazione (a cui hanno risposto 160 portatori di interesse) è servita alla Commissione per scremare le opzioni possibili e sottoporre ad analisi solo quelle che gli stakeholder hanno identificato come accettabili: in questo senso, l’opzione zero (ovverossia l’assoluta mancanza di restrizioni agli accordi verticali) non è stata ad esempio contemplata dalla Commissione perché fortemente avversata dalle imprese consultate.
In più, nella relazione AIR la Commissione, oltre a specificare il motivo per cui non ha preso in considerazione alcune delle opzioni di regolazione possibili, sottolinea anche che la natura delle valutazioni è fortemente qualitativa e generale, e che nessun dato di tipo quantitativo è considerato ai fini della scelta dell’opzione migliore.