La better regulation nella XVII Legislatura: il dossier di Camera e Senato sulle novità introdotte

A marzo 2018 è stato pubblicato il dossier dal titolo “I temi dell’attività parlamentare nella XVII Legislatura. Politiche della legislazione”, a cura dei Servizi e degli Uffici del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati. Il rapporto si articola in tre parti, dedicate rispettivamente alla giurisprudenza costituzionale sulle fonti del diritto (specialmente decreti-legge e decreti legislativi delegati), alle cifre e alle caratteristiche della produzione normativa della passata legislatura, ai risultati dell’attività di semplificazione legislativa e amministrativa.

Nella parte relativa alla qualità della produzione normativa, il dossier illustra i principali cambiamenti della disciplina dell’analisi di impatto della regolamentazione e della verifica dell’impatto della regolamentazione intervenuti a seguito del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 settembre 2017, n. 169, che abroga i precedenti regolamenti in materia di AIR (DPCM n. 170/2008) e di VIR (DPCM n. 212/2009).

In riferimento all’analisi di impatto della regolamentazione, sono ricordate tre novità rilevanti. Innanzitutto, l’AIR non dovrà essere predisposta per le norme di attuazione degli statuti delle regioni a statuto speciale, per le leggi di approvazione dei bilanci e dei rendiconti e per i testi unici meramente compilativi. Si tratta di ipotesi che si aggiungono ai casi di esclusione già precedentemente previsti e riguardanti i disegni di legge costituzionale, gli atti normativi in materia di sicurezza interna ed esterna dello Stato e i disegni di legge di ratifica dei trattati internazionali.

Inoltre, la nuova disciplina dell’AIR impone una maggiore attenzione all’analisi di tutte le opzioni di intervento praticabili, visto che si richiede una comparazione che, ove possibile, quantifichi i principali impatti di natura sociale, economica, ambientale e territoriale.

Infine, si introduce una specifica disciplina dell’AIR nei decreti-legge, che finora erano esentati dall’analisi in quanto provvedimenti urgenti; tale disciplina è semplificata rispetto a quella generale e prevede un’articolazione in: individuazione dei problemi da affrontare; definizione degli obiettivi; individuazione dei possibili destinatari; quantificazione dei principali impatti.

In relazione alla VIR, sono segnalate due fondamentali innovazioni. La prima consiste nell’estensione dell’applicazione dello strumento di verifica. La disciplina previgente disponeva che la VIR fosse effettuata solo sui provvedimenti per i quali era stata predisposta l’AIR. Oggi, al contrario, se ne prevede la potenziale estensione anche ad ulteriori atti, poiché si dispone che ciascuna amministrazione predisponga, sentito il dipartimento per gli affari giuridici e legislativi (DAGL) della Presidenza del Consiglio, un piano biennale degli atti che intende sottoporre a VIR.

La seconda novità è costituita da una diversa articolazione della VIR. Le fasi previste sono: l’analisi della situazione attuale e dei problemi; la ricostruzione della logica dell’intervento; la valutazione dell’intervento con riferimento all’efficacia, all’efficienza, alla perdurante utilità della regolazione e alla coerenza dell’insieme delle norme che disciplinano l’area di regolazione in esame.

Si osserva anche come sia abbastanza mutata la disciplina delle consultazioni. In passato, si prevedeva solamente che l’AIR desse conto delle modalità e dei risultati delle consultazioni effettuate, o che, in alternativa, descrivesse le ragioni per cui non si era proceduto allo svolgimento di consultazioni con i soggetti e le categorie interessate. Adesso, per effetto del nuovo decreto, si stabilisce un obbligo, salvo casi straordinari di necessità e di urgenza, di consultazione dei destinatari dell’intervento sia ai fini dell’AIR, sia ai fini della VIR. La consultazione può essere aperta, cioè rivolta a chiunque abbia interesse a parteciparvi (per via telematica), o ristretta, se rivolta a soggetti predefiniti dall’amministrazione responsabile sulla base degli interessi coinvolti.

Successivamente, il dossier esamina le principali conseguenze dell’accordo interistituzionale “Legiferare meglio”, firmato il 13 aprile 2016 dai Presidenti di Parlamento europeo, Consiglio dell’Ue e Commissione europea. Tale accordo sostituisce il precedente del 2003, che era rimasto in larga misura privo di attuazione. In generale, l’accordo prevede; una cooperazione più stretta tra le istituzioni dell’Ue nell’ambito della programmazione legislativa; il rafforzamento delle valutazioni d’impatto ex ante delle nuove iniziative e delle valutazioni ex post della legislazione esistente; la consultazione pubblica nell’iter legislativo; una maggiore trasparenza.

Dal punto di vista procedurale, si stabilisce che la Commissione consulterà sia il Consiglio che il Parlamento europeo prima di adottare il programma di lavoro annuale e terrà conto del loro parere nell’iter per la sua adozione. Prima di adottare una proposta, la Commissione condurrà consultazioni pubbliche, incoraggiando in particolare la partecipazione diretta delle piccole e medie imprese.

Il dossier, inoltre, rammenta che l’accordo interistituzionale, nell’ambito del processo teso al miglioramento della qualità degli atti legislativi dell’Ue, dispone un rafforzamento delle valutazioni d’impatto delle nuove iniziative, in maniera tale che siano valutate maggiormente le conseguenze che i nuovi atti legislativi possono avere sulla competitività delle imprese.

Per quanto riguarda i Parlamenti nazionali, l’accordo prevede anche che i risultati finali delle valutazioni di impatto delle iniziative legislative siano messi a disposizione oltre che del Parlamento europeo e del Consiglio dell’UE anche dei Parlamenti nazionali, per consentire loro di esercitare pienamente le prerogative attribuitegli dai trattati.

(Giorgio Mocavini)