Il regolamento Consob sugli equity crowdfunding

logo_consobIn attuazione degli articoli 50-quinquies e 100-ter del TUF (modificati dal d.l. n. 179 del 2012), la Consob ha adottato, con delibera n. 18592 del 26 giugno 2013, il regolamento in materia di “Raccolta di capitali di rischio da parte di start-up innovative tramite portali on line” (cd. equity crowdfunding).

Come illustrato dalla stessa Commissione nel materiale informativo reso disponibile on line, il “crowdfunding consiste nel finanziamento di progetti esposti su portali on-line, da parte di una massa di investitori (crowd), attraverso l’offerta di denaro (funding) via Internet”.

Il fenomeno, già noto in altri ordinamenti giuridici (Usa e Australia) seppur  in assenza di una specifica normativa in materia, consiste nella raccolta di fondi al di fuori dei tradizionali canali di intermediazione da parte di soggetti imprenditoriali di nuova costituzione le cui iniziative, basate su prodotti e tecnologie innovative, risultano ad alto rischio.

La necessità di superare le asimmetrie informative che caratterizzano questo nuovo strumento di raccolta fondi  incentivandone, in tal modo, anche l’utilizzo, ha spinto il legislatore a delegare alla Consob la disciplina dell’istituto.

A tal fine, la Commissione ha realizzato un approfondito percorso conoscitivo e valutativo. Dapprima è stata avviata una fase di raccolta di studi e ricerche in materia di crowdfunding; poi è stata svolta una preliminare consultazione dei diversi destinatari della disciplina (gestori “potenziali”, investitori professionali, investitori retail e start-up innovative). Successivamente è stata realizzata una open-hearing per “presentare l’attività conoscitiva propedeutica alla redazione della bozza di regolamento,  proporre ai partecipanti la strategia regolamentare dell’Istituto e offrire la possibilità di intervenire per manifestare le proprie considerazioni”.

Il patrimonio informativo raccolto ha consentito l’identificazione delle opzioni poi proposte nel documento di consultazione. L’analisi è stata effettuata con la metodologia AIR poiché sono stati individuati – in termini qualitativi – i vantaggi e gli svantaggi di ciascuna opzione regolamentare.

Inoltre, sono stati indicati gli obblighi informativi verso la Consob dei diversi destinatari della norma, nonché un primo set di indicatori necessari ad una rappresentazione quantitativa ex post dell’impatto della regolamentazione (VIR).

(Mariangela Benedetti)