Il 12 dicembre la Commissione Europea ha adottato la preannunciata comunicazione “EU Regulatory Fitness” (COM 2012 (746) final), che definisce la sua futura strategia in tema di qualità della regolazione. La comunicazione è anche l’occasione per illustrare la posizione della Commissione in merito alle osservazioni che gli stakeholders pubblici e privati hanno avanzato nel corso della recente consultazione pubblica sulla politica di smart regulation.
La novità più rilevante introdotta dalla comunicazione è il “Regulatory Fitness and Performance Programme” (REFIT). Il programma, che trae spunto dalla sperimentazione delle valutazioni ex post della regolazione (c.d. “fitness-checks”) realizzata nel corso degli ultimi tre anni, mira ad identificare “gli oneri, le incongruenze e le misure inefficaci”, ponendo attenzione anche agli oneri regolatori che derivano dall’applicazione della legislazione europea a livello nazionale e sub-nazionale. Attraverso il REFIT la Commissione dichiara di voler valutare, adottare e monitorare l’attuazione delle iniziative che produrranno “significative riduzione di costo o semplificazioni”.
La comunicazione non fornisce molti dettagli su come in concreto il REFIT sarà realizzato, limitandosi a fornire informazioni sommarie sull’ambito di applicazione e su alcune delle sue fasi. Quanto al primo aspetto, il REFIT si applicherà, a partire dal 2014, alle iniziative indicate nel programma di lavoro della Commissione, la quale si impegna, per tali iniziative, a non esaminare proposte di intervento prima che si sia conclusa la valutazione. Il programma delle iniziative sottoposte al REFIT sarà pubblico e sottoposto a consultazione. Quanto alle fasi di analisi, il REFIT, mutuando in parte la struttura tipica del modello di misurazione degli oneri amministrativi, inizierà con la mappatura delle aree di regolazione ritenute più rilevanti e procederà con la valutazione degli effetti prodotti, “inclusi i costi e benefici, ove necessario”. Ad ogni modo, il REFIT segna l’abbandono di un programma specifico di misurazione e riduzione dei soli oneri amministrativi, sebbene la Commissione dichiari di volersi concentrare sul monitoraggio dell’attuazione delle misure di riduzione del carico burocratico da parte degli Stati Membri. Inoltre, il legame tra REFIT ed AIR conferma l’intenzione della Commissione di collegare analisi ex ante ed ex post della regolazione.
La comunicazione chiarisce anche alcuni degli aspetti più dibattuti nel corso dell’ultimo anno ed emersi dalla consultazione pubblica sulla smart regulation. In particolare, rispetto all’AIR la Commissione, pur impegnandosi ad innalzare ulteriormente la qualità della valutazione ex ante soprattutto sul versante della quantificazione dei costi e benefici, conferma di fatto il proprio approccio, dichiarando di non volersi affidare a valutazioni esterne (e lasciando, quindi, inalterati ruolo e status dell’Impact Assessment Board). Quanto alla valutazione ex post, la Commissione ha annunciato un nuovo frame work e nuove linee guida per il 2013: obiettivo prioritario è garantire l’utilizzo, in tempo utile, dei risultati delle valutazioni nella fase di ideazione delle policy. La Commissione non ritiene di fissare target di riduzione degli oneri regolatori, come invece richiesto da molti paesi del nord Europa.
Nel giudicare in modo positivo i risultati ottenuti dalla propria politica di consultazione, la Commissione non nega, tuttavia, possibili ulteriori miglioramenti. A tal proposito, oltre ad un generico rafforzamento degli strumenti già esistenti, la comunicazione prevede l’introduzione di un calendario delle consultazioni future, aggiornato periodicamente e pubblicato sul portale “Your voice in Europe”, ed un maggior ricorso alla traduzione in altre lingue dei documenti di consultazione. Maggiori dettagli sono poi contenuti in un documento di studio pubblicato assieme alla comunicazione (ANNEX, Review of the Commission Consultation Policy, SWD(2012)422 final).
(di Francesco Sarpi)
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