
Photo credits: Mike chernucha (Flickr) – CC BY-NC-ND 2.0
La risoluzione del Parlamento europeo intitolata “Stocktaking and challenges of the EU Finacial Services Regulation”, adottata nel gennaio 2016, rappresenta un primo bilancio della legislazione e degli interventi adottati dall’Unione europea in seguito alla crisi finanziaria e del debito deflagrata fra il 2007 ed il 2008. Lo scopo del documento è quindi quello di fare il punto su ciò che è stato fatto e su ciò che resta da fare nell’ambito della regolamentazione dei servizi finanziari, ritenuti fondamentali per lo sviluppo economico dell’unione; l’importanza di una regolazione efficiente risulta essere di fondamentale importanza via via che gli strumenti finanziari utilizzati e diffusi fra i consumatori diventano a loro volta sempre più complessi, aumentando l’asimmetria informativa presente sul mercato.
L’impatto della crisi sulle economie nazionali e su quella comunitaria è stato enorme e per ridurne gli effetti si sono succeduti numerosi interventi da parte della Commissione, che ha tentato di regolamentare mercati finanziari, strumenti finanziari e infrastrutture di mercato fra loro molto eterogenei e complessi: ciò ha portato però anche ad accrescere la complessità della regolamentazione finanziaria e una sua eccessiva stratificazione sia a livello internazionale, che europeo e nazionale. Il Parlamento rileva perciò come tale complessità rischi di disincentivare gli investimenti sui mercati finanziari e sia inadeguata a tutelare gli utenti finali non specializzati e non istituzionali; al contrario, un mercato unico dei servizi finanziari dovrebbe essere funzionale e utile all’attività delle grandi imprese ma anche, al contempo, in grado di tutelare gli investitori e i consumatori. Se per gli investitori è preferibile semplificare il quadro normativo e aumentare la trasparenza e la certezza del diritto, per i consumatori è auspicabile ridurre la quantità di informazioni fornite attraverso comunicazioni pertinenti, accurate, comparabili, affidabili e di semplice fruizione; inoltre, è opportuno immaginare un numero sempre crescente di strumenti finanziari che amplino le possibilità di investimento sia per i consumatori che per gli investitori, con profili di rischio adeguati alle esigenze di ciascuno.
Particolare attenzione è richiesta anche per le piccole e medie imprese, che svolgono un ruolo chiave per l’economia europea: il Parlamento invita la Commissione a valutare se gli strumenti finanziari a loro dedicati siano sufficienti e se non sia opportuno, anche in questo caso, diversificare i canali di finanziamento, bancari e non bancari, allo scopo di agevolare il loro sviluppo e la loro crescita. Per fare ciò, appare necessario creare mercati dei capitali paneuropei più integrati e complementari a quelli regionali e locali.
Il Parlamento, inoltre, sottolinea come una riforma della regolamentazione e della vigilanza non sia da sola sufficiente ma debba essere accompagnata da un cambiamento culturale nel settore finanziario che porti le banche, gli istituti non bancari, le banche centrali e la Banca centrale europea da un lato, al rispetto delle regole già esistenti all’interno delle proprie organizzazioni e, dall’altro, ad adottare una prospettiva più a lungo termine che abbia al centro gli interessi dei consumatori; per fare ciò, è necessario creare, entro il 2016, un’agenzia di rating europea pubblica che valuti i debiti sovrani e una fondazione europea di rating del credito per tutti gli altri tipi di rating del comparto creditizio, che siano in grado di aumentare la concorrenza in un mercato – quello, appunto, delle agenzie di rating – che attualmente si rivela fortemente concentrato.
La risoluzione contiene anche un forte richiamo ad elaborare politiche pubbliche che abbiano come obiettivo l’innalzamento della competitività globale dei settori finanziari dell’UE e che evitino un livellamento verso il basso della normativa: infatti, se, da un lato, la sovraregolamentazione non è auspicabile, dall’altro non si deve nemmeno cadere nella tentazione di elaborare norme meno severe che attraggano più facilmente capitali e imprese, a discapito del corretto funzionamento del mercato interno.
Fondamentale risulta anche la collaborazione dei singoli Stati; a tal proposito, il Parlamento chiede alla Commissione di presentare entro il 2016 una relazione su tutte le misure di sovraregolamentazione finanziaria adottate dagli Stati membri rispetto alla legislazione comunitaria, al fine di valutarne la proporzionalità; inoltre, si chiede agli Stati membri di non ritardare il recepimento delle direttive per evitare una applicazione parziale e differenziata delle norme all’interno dell’UE. Allo scopo di aumentare la trasparenza, il Parlamento chiede alla Commissione e alle Autorità europee di vigilanza di pubblicare regolarmente sui loro siti internet versioni consolidate degli atti normativi della UE in materia di servizi finanziari, comprensivi di una sintesi che possa essere consultata e compresa dai soggetti considerato più “deboli” nel mercato, quali consumatori, piccole e medie imprese e organizzazioni della società civile.
Anche in questo, come in altri settori, il Parlamento ritiene necessario elevare la qualità della regolamentazione attraverso un maggior coinvolgimento di tutte le parti interessate, che devono essere chiamate in causa nei primi stadi di stesura delle norme. La Commissione è esortata perciò a garantire una partecipazione alle consultazioni il più equilibrata possibile ed estesa anche agli attori minori che rappresentano gli interessi delle piccole e medie imprese, dei consumatori e della società civile. Il Parlamento chiede inoltre di essere coinvolto maggiormente nelle decisioni e nelle valutazioni inerenti al programma di controllo dell’adeguatezza e dell’efficacia della regolamentazione (REFIT) e precisa che l’obiettivo da perseguire deve essere quello di una migliore regolamentazione e non necessariamente quello di una deregolamentazione.
In conclusione, il Parlamento invita la Commissione a verificare almeno una volta l’anno la coerenza, l’uniformità, la proporzionalità e l’efficacia di ogni progetto legislativo, in particolare per ciò che riguarda i requisiti da applicare agli operatori di piccole medie dimensioni; inoltre, invita la Commissione, in cooperazione con le autorità europee di vigilanza, a valutare ogni cinque anni l’impatto cumulativo della regolamentazione europea dei servizi finanziari sugli operatori e sui mercati finanziari, sia sotto un profilo quantitativo che qualitativo; in particolare, si incentiva, per le future legislazioni, il ricorso a dettagliate valutazioni del loro impatto ricorrendo all’analisi costi-benefici, in modo che possa esserne apprezzato con precisione il valore aggiunto. Il rischio connesso ad una cornice normativa frammentata, stratificata e introdotta via via nel tempo con leggi differenti è infatti quello di perdere contezza degli effetti complessivamente prodotti sui vari gruppi di destinatari; appare perciò quanto mai opportuno ricorrere all’analisi d’impatto della regolazione per riuscire a quantificare nel modo più preciso possibile tali effetti e la loro distribuzione sulla popolazione.
(Gabriele Mazzantini)