di Floriana Canalia
Lo scorso 19 febbraio si è concluso il dibattito pubblico sulla diga foranea di Genova, che rappresenta la prima applicazione del DPCM n. 76/2018 “Regolamento recante modalità di svolgimento, tipologie e soglie dimensionali delle opere sottoposte a dibattito pubblico” (art. 1, c. 1).
Il dibattito pubblico si è svolto a partire dal 9 gennaio 2021 in modalità online attraverso 12 incontri: 4 incontri pubblici (presentazione dell’opera, approfondimento sullo sviluppo economico e territoriale, sulle alternative progettuali e sugli impatti ambientali) e 7 incontri della Commissione tecnica, a cui hanno partecipato oltre 900 soggetti singoli e in rappresentanza. Gli incontri pubblici sono stati trasmessi in tv e seguiti da oltre 60.000 persone.
Nell’ultimo incontro pubblico è stata presentata la Relazione conclusiva, nella quale sono stati esposti i due principali temi emersi: quelli inerenti all’opera e quelli connessi all’opera.
Per quanto riguarda i primi, attraverso le domande che sono pervenute durante gli incontri e i 55 quaderni che sono stati presentati dagli attori, emerge non un’opposizione strutturata, ma la critica circa la sostenibilità economica dell’opera e l’espressione della necessità che la diga sia collegata al Programma straordinario per il Porto di Genova, in cui il trasferimento modale su ferro delle merci risulta essere irrinunciabile.
I temi connessi all’opera riguardano, invece, il rapporto città-porto e la riqualificazione del quartiere Sampierdarena.

Il proponente dell’opera, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure occidentale, ha tenuto conto delle questioni emerse nella Relazione conclusiva per la stesura del Dossier conclusivo (presentato il 28 febbraio), in cui è stata espressa la volontà di proseguire con la realizzazione della diga foranea di Genova attraverso l’implementazione della soluzione n. 3, che prevede due canali di accesso separati per le navi commerciali e per le navi da crociera, in quanto presenta margini aggiuntivi di sicurezza rispetto alle altre soluzioni proposte e una maggiore riduzione dei traffici nel canale esistente. La costruzione dell’opera secondo la soluzione n. 3 ha un costo complessivo di 1,3 miliardi di euro.
Nel Dossier conclusivo è stata confermata la sostenibilità economica dell’opera secondo quanto emerso dall’Analisi costi-benefici, la quale sarà rivista a seguito dei rilievi emersi dal dibattito pubblico. Inoltre, è stato sottolineato che per sviluppare l’accessibilità del porto di Genova occorre puntare al miglioramento non solo dell’accessibilità marittima con la nuova diga foranea ma anche a quella ferroviaria con il completamento del Terzo Valico con la tratta Tortona-Milano e con la linea Sommergibile e la Campasso-Santa Limbania, che costituiscono il collegamento per l’ingresso e l’uscita dei treni merci da e per il porto storico.
Per quanto riguarda il rapporto città-porto, l’Autorità di Sistema ha affermato nel Dossier conclusivo l’esistenza di tre obiettivi da raggiungere: limitare le interferenze con il traffico urbano, valorizzare e riqualificare le aree di confine con il porto e delineare una prospettiva organica del paesaggio tra porto e città. Oltre a ciò, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita nel quartiere Sampierdarena, il Programma straordinario prevede la separazione della viabilità portuale da quella di scorrimento urbano. Saranno poi valutate delle soluzioni per attuare dei percorsi di riqualificazione urbana all’interno del quartiere. Infine, si prevede lo sviluppo di un processo partecipativo per lavorare sulle proposte, emerse nel corso del dibattito pubblico, riguardo alle esigenze urbane e a quelle portuali.
Il progetto definitivo ed esecutivo sarà pubblicato nella primavera di quest’anno. La gara di appalto integrato complesso si terrà durante i restanti mesi del 2021, mentre nel 2022 si assisterà all’avvio della cantierizzazione che porterà alla fine dei lavori nel 2028.