Better Regulation for Better Results, il dossier del Senato sulla qualità della regolazione europea

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Il Senato ha inaugurato una nuova collana di “Approfondimenti” costituita da dossier di documentazione, curata dal Servizio per la qualità degli atti normativi su tematiche di sua competenza, avente ad oggetto il tema della qualità della regolamentazione nazionale, europea ed internazionale.

Il primo numero della collana è dedicato alla “Better Regulation For Better Results – Momenti, soggetti e obiettivi delle politiche europee per la qualità della regolamentazione”. Il documento ricostruisce l’esperienza della better regulation maturata a livello europeo ed illustra gli strumenti adottati dalle diverse istituzioni per implementarla.

I temi della qualità della regolamentazione, entrati a far parte delle strategie delle istituzioni dell’Unione Europea dal 1995, hanno rafforzato l’idea secondo cui l’ordinamento europeo debba essere contraddistinto da un’imprescindibile interazione tra la redazione chiara e coerente delle norme e la certezza del diritto, poiché, una cattiva regolamentazione, può incidere in modo negativo sull’osservanza della legge e, di riflesso, sull’efficienza della giustizia, fino a scalfire la certezza del diritto.

Muovendo da tale assunto il dossier enuncia tre principi cardine della strategia di better regulation:

  • la semplificazione normativa, attuata principalmente attraverso la rifusione di più atti, modificazioni e novelle stratificatisi nel tempo, all’interno di un unico atto;
  • la riduzione degli oneri amministrativi, che si pone l’obiettivo di individuare, per le imprese, modalità di riduzione degli oneri amministrativi derivanti dalla regolamentazione europea;
  • l’analisi di impatto, che attraverso l’utilizzo di un format comune di lavoro e di metodologie condivise per la valutazione di impatto ex ante delle proposte della Commissione, è in grado di migliorare la qualità delle proposte garantendo un aiuto nel decision making ed assicurando una maggiore trasparenza nel processo di policy.

Il documento si concentra poi sulla recente Agenda “Better regulation for better results – Legiferare meglio per ottenere migliori risultati, approvata dalla Commissione europea il 19 maggio 2015.

L’Agenda si presenta come un pacchetto di iniziative e di riforme permeate dai criteri della trasparenza, della semplificazione e della valutazione di tutto il processo regolatorio ed introduce nuovi strumenti volti a garantire un miglioramento dell’attività di regolamentazione, come già preannunciato nel programma di lavoro della Commissione nel dicembre 2014.

Per una concreta realizzazione degli obiettivi fissati dall’Agenda, la Commissione preannuncia un rafforzamento degli standard di consultazione garantendo l’“ascolto dei cittadini” e dei portatori di interessi in ogni stadio del processo legislativo. Le consultazioni, infatti, non si limiteranno più alla sola fase di preparazione della proposta ma si estenderanno anche alla fase di approvazione e di valutazione (con una durata delle consultazioni che varierà dalle 12 alle 8 settimane a seconda della fase). I cittadini potranno esprimere il proprio parere sulla legislazione esistente anche attraverso uno strumento online da istituire sul sito della Commissione (Lighten the load, have your say). Tale sistema avrà il pregio di sottoporre la normativa ad una “valutazione permanente”, in modo da evitare che la legislazione possa divenire, con il tempo, arretrata rispetto agli obiettivi prefissati.

Particolare attenzione sarà inoltre prestata ai testi tecnici (soprattutto ai progetti degli atti delegati), che saranno sottoposti, da un lato, all’attenzione delle parti interessate mediante la pubblicazione sul sito web della Commissione per un periodo di quattro settimane, dall’altro, ad un processo di consultazione da parte di esperti di ciascuno Stato membro.

Ci si soffermerà anche sulle comunicazioni con l’esterno, con l’obiettivo precipuo di rendere più chiare e comprensibili la relazione esplicativa delle proposte presentate, in modo da direzionare in maniera univoca l’operato della Commissione.

Inoltre, al fine di adottare decisioni basate sui migliori dati fattuali e scientifici disponibili, tutti gli impatti significativi verranno sottoposti ad analisi. L’intento è quello di garantire un’Unione competitiva, ponendo particolare attenzione alle PMI, alle quali sarà garantito un regime meno stringente.

La Commissione si pone infine l’ambizioso obiettivo di applicare il principio della “migliore regolamentazione” anche alla normativa già esistente, effettuando una valutazione sull’impatto che tale legislazione ha avuto su ciascun settore anche attraverso un rafforzamento della nuova piattaforma REFIT.

Con riguardo alla governance, al fine di assicurare l’effettiva realizzazione dell’attività illustrata, la Commissione prevede di introdurre una forma di supervisione sul suo stesso operato attraverso la creazione di un organismo indipendente di controllo sulla regolamentazione, il Regulatory Scrutiny Board, che sostituirà l’Impact Assessment Board operativo dal 2006. I compiti del nuovo organismo saranno più ampi del precedente perché non si limiteranno alla valutazione dei rapporti di analisi di impatto ma si estenderanno anche alle verifiche di idoneità e ai più importanti rapporti di valutazione. Il nuovo organismo si occuperà, inoltre, di dare raccomandazioni per il miglioramento dei testi predisposti dalla Commissione. Infatti, come precisato nelle note conclusive del dossier, affinché possa dirsi realizzata una “migliore regolamentazione”, ogni atto normativo “non solo deve redatto in modo semplice, chiaro ed univoco nel linguaggio e nel significato ma al contempo deve essere assunto sulla base di una piena consapevolezza dei possibili effetti che produrrà non solo nell’ordinamento giuridico, ma anche e soprattutto sui destinatari, cittadini e imprese, e sull’amministrazione pubblica”. È comprensibile come un simile risultato possa essere raggiunto solo mediante il diretto coinvolgimento ed una condivisione di responsabilità tra le istituzioni europee ed i singoli Stati membri. Queste ragioni hanno determinato la predisposizione di una bozza di accordo interistituzionale sulla base della quale Parlamento e Consiglio europeo possano collaborare con la Commissione per perseguire il medesimo percorso di trasparenza e semplificazione.

Come già analiticamente illustrato da Francesco Sarpi nel suo articolo EU Commission, the new Better Regulation Package, alla Commissione va dunque il merito di aver reso la better regulation parte integrante delle strategie europee e di aver spinto le altre istituzioni a soffermarsi sui temi della qualità della regolamentazione mediante l’adozione di autonome iniziative sia a livello europeo che nazionale.

La collaborazione di ogni singolo Stato membro e la condivisione da parte di tutti di una cultura della “valutazione” dell’atto legislativo, rappresentano dunque presupposti imprescindibili per realizzazione degli obiettivi posti dalla Commissione in tema di “migliore regolamentazione”. Non a caso in uno specifico dossier di prossima pubblicazione sarà approfondito “il tema della qualità della regolamentazione in Italia e delle iniziative poste in essere per realizzare una adeguata partecipazione al processo regolatorio delineato dall’Unione europea”.

(Giulia Dimitrio)